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Cass. 17 luglio 2014 n. 16381

È legittimo il licenziamento del dirigente medico che viola il codice disciplinare aziendale, non partecipando alle visite collegiali dell’équipe e fornendo informazioni scorrette ad un paziente circa le prestazioni professionali di un collega; non è peraltro necessario che ogni singola condotta contraria agli interessi dell’impresa o dei lavoratori sia specificata all’interno del medesimo codice. 

La Suprema Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un dirigente medico licenziato per giusta causa, a seguito della violazione del codice disciplinare, consistente nell’omessa partecipazione senza giustificazione alle riunioni d’equipe e nella critica infondata (e denigratoria) dell’operato  di un collega.

Secondo gli Ermellini, tale condotta minava il rapporto di fiducia e giustificava il relativo recesso, soprattutto riguardo alle frasi offensive pronunciate sull’operato di un collega, mentre il lavoratore si rivolgeva alla madre di un paziente: ne consegue la realizzazione di una “tipica responsabilità disciplinare connessa all’inosservanza di una specifica direttiva datoriale”.